lunedì 21 settembre 2015

L’atto di indirizzo del DS al Collegio dei Docenti


Proponiamo un contributo di Antonia Carlini tratto da Cisl Scuola - Dirigenti News del 7-9-2015)

La legge 107/2015 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione), in vigore dal 16 luglio 2015, all’art. 14 riformula, sostituendolo, l’art. 3 del DPR n.275/1999 riguardante il Piano dell’Offerta Formativa. Tra le novità principali introdotte rispetto testo previgente, ricordiamo:
  • la durata temporale triennale in cui si sviluppa la progettazione di scuola;
  • la previsione nel documento dei posti di organico funzionale dell’autonomia (posti comuni e di sostegno) e dell’organico per il potenziamento;
  • l’approvazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa da parte del Consiglio di Istituto (ricordiamo che il potere di indirizzo per l’attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione è attribuito dalla l. 107 al dirigente scolastico).
Posto che nel sistema di autonomie della scuola e di relazioni di equiordinazione funzionale che legano soggetti dotati di poteri decisionali discrezionali (dirigente, collegio, consiglio, singolo docente) l’atto di indirizzo è uno strumento di coordinamento essenziale per garantire unitarietà e convergenza delle azioni verso il comune traguardo di garanzia del successo formativo degli alunni, in questo contesto esso costituisce un atto pedagogico, oltreché amministrativo, che connette e orienta processi e azioni a più mani: 
  • dagli esiti dell’autovalutazione (RAV) e della valutazione esterna (prova nazionale), alla pianificazione triennale di un’offerta formativa sensibile rispetto alle priorità ed alle piste di miglioramento individuate; 
  • dagli esiti della valutazione interna (comportamento, apprendimenti, competenze), alle pratiche didattiche d’aula e agli ambienti di apprendimento da promuovere in linea con quanto suggerito dalle Indicazioni e dalle Linee guida nazionali.
In queste note riprendiamo, riformulandola alla luce della nuova normativa, un esempio di direttiva di indirizzo al Collegio Docenti di un Istituto Comprensivo, da assumere come testo-base per una riflessione da condurre in riferimento ai due piani - individuale e collegiale - in cui si esplica la dimensione professionale dell'insegnante. Come già abbiamo avuto modo di osservare in quella precedente occasione, l’attività di promozione e di coordinamento non può certo risolversi in un atto formale, pur significativo per i contenuti pedagogici che reca, ma necessita di tempi certi e distesi, di presenze e contatti diretti e deve necessariamente tradursi nella cura quotidiana delle relazioni con i docenti e con il personale della scuola, con gli studenti, con le famiglie e con gli altri soggetti del territorio, in contesti formali e, soprattutto, informali. Relazioni a più livelli che creano legami, sviluppano senso di appartenenza alla scuola e al suo progetto educativo, coinvolgono autenticamente e sinergicamente insegnanti, genitori, studenti, altri soggetti-risorse del territorio, in tanti momenti tutti importanti: la lettura equa dei bisogni educativi, la progettazione di interventi mirati, la ricerca e la sperimentazione di pratiche educative e didattiche inclusive, lo sviluppo delle competenze professionali, la valutazione per il miglioramento dei processi di insegnamento-apprendimento e di partecipazione.