martedì 16 giugno 2015

Piano Annuale per l’Inclusività: la proposta entro giugno


Entro la fine di giugno le scuole provvederanno alla predisposizione del Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) valido per il prossimo anno scolastico e parte integrante del POF. Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione curerà la revisione del Piano esistente e lo sottoporrà alla discussione e all’approvazione del Collegio dei docenti che, a sua volta provvederà a realizzarlo adottando scelte didattiche e organizzative coerenti. 
Come sottolineato nelle stesse indicazioni ministeriali relative (la CM n.8/2013 e la nota 1551/2013), il PAI “non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico”; “non un documento per chi ha bisogni educativi speciali”; “non si risolve in un processo compilativo, di natura meramente burocratica”.

L’elaborazione del PAI costituisce, invece, un momento di riflessione partecipata e condivisa anche all’esterno con la più ampia comunità educante, nella consapevolezza che un adeguato grado di inclusività della scuola - indagata nei suoi principali ambiti di funzionamenti (processi educativi, didattici, organizzativi) - sia la condizione essenziale per realizzare concretamente la “scuola per tutti e per ciascuno”, come per altro richiamato dalla nota MIUR con un chiaro riferimento alla scuola inclusiva di don Milani. 
Se valorizzato nella sua dimensione processuale, come ha ben evidenziato Antonia Carlini nel mio ultimo lavoro su questo tema (1), il PAI può costituire nel contempo:
  • lo sfondo e il fondamento a cui riferire e innestare gli interventi inclusivi di scuola e di classe, raccordati nell’ambito di un impegno programmatico comune, convergente e unitario;
  • un’azione pedagogica di sistema che coinvolge l’intera comunità educante e che richiede il rilancio di nuove sinergie e di obiettivi comuni in contesti attivi, partecipati e condivisi da tutte le componenti (docenti, operatori dei servizi sociali, culturali, assistenziali, sanitari) tutte responsabilmente coinvolte nell’intervento inclusivo;
  • una risorsa strategica per costruire una scuola più equa e per migliorarne la qualità dei risultati in termini di inclusività in un processo dinamico di crescita e partecipazione caratterizzato da alcune fasi cruciali: autoconoscenza e lettura del grado di inclusività della scuola; analisi delle criticità e dei punti di forza rilevati; individuazione degli obiettivi di miglioramento negli ambiti curricolare, didattico, organizzativo; scelte di utilizzo funzionale delle risorse istituzionali e non. 
  • uno strumento per progettare un’offerta formativa in senso inclusivo, attenta cioè, ai bisogni educativi comuni e speciali nelle diverse dimensioni della progettazione di scuola: educativa, curricolare, extracurricolare, organizzativa.
Del resto, lo stesso modello suggerito dal MIUR per orientare le scuole in questa fase valorizza questo tipo di approccio richiamando le principali fasi del processo di pianificazione: autoanalisi, individuazione punti di forza e di debolezza, risorse e opportunità, azoni di miglioramento. 
La struttura del documento guida ministeriale, difatti, ripercorre le fasi principali della pianificazione di un intervento inclusivo:
  • la rilevazione della situazione della scuola e l’analisi dei bisogni educativi emersi (quali BES nella scuola?);
  • la rilevazione delle risorse interne ed esterne coinvolte e da coinvolgere (quali soggetti interni ed esterni alla scuola?);
  • la progettazione dell’intervento sulla base dei punti di forza e di criticità rilevati (quali scelte curricolari, extracurricolari, organizzative e per lo sviluppo delle competenze didattiche inclusive?);
  • la valutazione e la continuità dell’intervento (quali modalità per la valutazione e per la continuità?);
  • la previsione di obiettivi di miglioramento del grado di inclusività della scuola (quali obiettivi di miglioramento?).
Dal link una tabella che richiama le sezioni essenziali del documento con una doppia lettura dei dati qualitativa e quantitativa che può orientare le scuole nella definizione di indicatori di qualità e standard di miglioramento.
(1) A.Carlini “BES in classe. Modelli didattici e organizzativi” Tecnodid, Napoli, 2015